Generalità.
«Roy Cady.»
Genitori.
«Uno, Nic Pizzolatto.»
Professione.
«Sicario.»
Per conto di chi.
«Stanislaw Ptitko.»
Come cazzo si scrive.
«Così.»
Odio questi nomi.
«Avrebbe imparato a odiare Stan.»
Dove agiva.
«New Orleans.»
Ma a New Orleans non è solo jazz, trombe, sassofoni e quelle cose lì?
«No, è anche improvvisazione di sangue.»
«Perché appunto avevano improvvisato un barbecue con me e un mio compare come spiedini. Il mio compare è morto io sono fuggito con una ragazza, Rocky, anche lei improvvisata.»
Anche lei…?
«Improvvisata puttana.»
E la bambina che avete portato con voi?
«Sirene, sua sorella.»
Rapimento quindi.
«Mi creda detective…»
BB Greenwood.
«Mi creda detective BB Greenwood, le abbiamo salvato il futuro. Un’idea di Rocky.»
Costa del Golfo e poi Gavelston. In quella villa tranne voi due nessuno si è più svegliato. Opera vostra?
«Solo in parte. Legittima difesa detective. Non lo avessi fatto non sarei qua a parlarle.»
Vedo che gode di ottima salute.
«Vent’anni fa il mio medico mi diagnosticò un tumore terminale. Si vede che è terminato il tumore.»
Capisco. E tutto ’sto casino per cosa?
«All’inizio pensavo che non volesse avermi più attorno dopo avermi sottratto Carmen, la mia ex fidanzata. Ma ho avuto tempo per riconsiderare la cosa.»
E?
«E sono giunto alla conclusione che l’uomo è infame per natura.»
Si spieghi.
«C’è poco da spiegare. L’uomo vive di nervi e la pancia ha sempre la meglio sulla testa. Soprattutto quando di testa ne ha poca.»
La saggezza del sopravvissuto.
«Più sopravvissuto che saggio.»
Lo sa chi mi sembra di avere davanti?
«Anche lei… non mi dica.»
Non dico cosa?
«Le sembra di avere davanti Rust “Rusty” Cohle.»
Lei di testa ne ha.
«È che abbiamo lo stesso padre. Ma nessuno mi ha mai visto in televisione. Lui è un divo.»
Le dà fastidio?
«Quando mai.»
Come si dice, “stesso sangue…”
«No, si sbaglia. Casomai era “stessa faccia stessa razza”, ma se può evitare, meglio. Si può fumare?»
Non si potrebbe.
«Ma lei lo può far permettere.»
Prego.
«Cosa vuole esattamente da me? Favorisca se vuole, il pacchetto è lì.»
Brutta cosa avere nervi scoperti.
«Rusty prosegue con le sue visioni, non gli voglio male. In fin dei conti è il mio fratellino. Io non ho la sua testa è ho fatto una scelta, come dire…, leggermente diversa. Ora se vogliamo passare ad altro.»
Lei però è un vincente. Riuscire a eclissarsi per così tanto tempo e poi risolverla in quel modo, insomma…
«Uno dalla vita deve cercare di spremere quello che può e nel modo che può. Il modo spesso è più importante di ciò che spreme.»
No, no aspetti. Un vizio di famiglia il vostro. Non sono buono con la filosofia. Penso di non aver capito.
«Non è importante quanto grassa o secca sia la sua vita. Se può dare un frutto bello succoso o fichi secchi. Mi segue? È come la fa sua che conta. È il modo in cui ne fa uscire il succo a dirle se di quel tanto o di quel poco lei godrà per tanto o per poco tempo.»
Si vede che lei l’ha spremuta nel modo corretto.
«Si vede.»
Lei è passato da un tipo di vita a uno del tutto opposto. Un salto non da tutti.
«Quando ti vuoi lasciare tutto alle spalle, lasci anche te. Basta dimenticare di avere memoria.»
Ama ancora questo Paese?
«Importa a qualcuno?»
Forse bisognerebbe chiederle se lo ha mai amato.
«Allora me lo chieda.»
Che cos’è l’America per lei?
«Uno spazio che va dal cielo stellato al nero più nero. Oceano e paludi, raffinerie e parchi naturali, Las Vegas e motel senza il bagno in camera. Cosa vuole che sia l’America. Qualcosa che c’è. Ma insomma, perché sono qua?»
Me lo dica lei. Qualche decina di omicidi può essere sufficiente?
«Perché lei li chiama omicidi?»
Non lo so, seccare una persona moltiplicato per dieci, venti, trenta, fa lo stesso?
«Solo perché lo ha scritto Nic. E poi senza quelli non sarebbe poi nato Rusty. Ammetta che anche lei è stato incollato al televisore a seguire le gesta sue e del capo pattuglia, come si chiama… »
Marty Hart.
«Anche il cognome si ricorda! Quindi, per cortesia, non mi faccia la morale. Io sono stato un anticipatore. Un danno collaterale prima dell’apparizione del vostro eroe.»
In effetti del suo lavoro di sicario mi interessa ben poco. Le hanno mai detto che lei assomiglia ad Alack Sinner? Questo mi interessa già di più.
«Roba da fumetti. E poi quello è un ex poliziotto che si è messo a fare l’investigatore privato. Vive a New York e… no, non c’entra nulla con me.»
Si sentirebbe più a suo agio nei solchi di Nebraska?
«Non ci sono mai stato.»
Intendevo il disco di Springsteen.
«Me lo ricordo, tanto tempo fa. Sì, forse. Tutto quel gelo nelle canzoni è un po’ il gelo con cui ho convissuto. Come va a finire?»
Come va a finire cosa?
«Quel disco.»
Un disco non è un film. Un film finisce in un modo o in un altro.
«Palle. Tutto finisce.»
Perché secondo lei sono interessato alla sua vita?
«Perché ha paura di vivere la sua. O ha visto l’abisso dentro cui è caduta la mia. O tutte e due le cose.»
Lei cosa ci ha capito?
«Della mia vita?»
Della sua storia.
«Che non c’è necessariamente un senso. Ma che ci può essere sempre un angolo dietro a cui svoltare. Poi sta a lei rimanere sul marciapiede.»
«Se lo vede gli dica di non copiare troppo. Potrei arrabbiarmi. Anche se ci sono giorni in cui ho solo la forza di mettere su un brodo.»
Forse abbiamo tutti più paura di quanta ne ammettiamo.
«Ci può giurare. Ora però, se non le dispiace, me ne vado. Si trovi le sue risposte da solo, facendo una camminata o mettendo su un disco. Io ho vissuto già abbastanza e ho paura di vivere ancora troppo a lungo. Ma non ho mai dato spazio per cancellare le ombre degli altri.»