Arrivò a una corpulenza così enorme che riusciva a muoversi appena. Ma se il suo fisico aveva abdicato, la mente si smarrì nei deliri popolando la solitudine, a cui la nascita lo aveva condannato, con giochi erotici talmente estremi che i suoi pari gli si rivoltarono contro.
La crudeltà come un’ascesi. Il suo unico comandamento vergato da lui stesso medesimo: “Siccome il dolore lo si prova ben più vivamente del piacere, le scosse che riceviamo da questa sensazione prodotta negli altri saranno essenzialmente di una vibrazione più vigorosa”.
Via dunque a orge escrementizie. Le contorsioni e i lamenti della vittima come passaggio indispensabile per la felicità del carnefice, il male urlante della carne altrui quale fondamentale soffio vitale proprio.
Restò sempre affascinato davanti al proprio mistero. E ci lasciò un nuovo termine nel dizionario.