Il viaggio fantastico sulla navicella editoriale Edikit

Marzaroli con Laura Legrenzi al Salone Internazionale del Libo di Torino
Tommaso Marzaroli con Laura Legrenzi al Salone Internazionale del Libro di Torino

Fantasy e fantascienza con qualche invasione di campo nella narrativa contemporanea che sfugge alla definizione di genere. La navicella Edikit prende il volo nel 2012 dalle ceneri di una corposa e riconosciuta esperienza nel campo della pubblicazione e distribuzione di edizioni musicali. Un’autentica fucina per giovani scrittori e autori esordienti il cui manoscritto è sottoposto a uno scrupoloso controllo espressivo con cui si mette alla prova la qualità narrativa tanto del profilo quanto del cuore della storia raccontata. Deus ex machina è Tommaso Marzaroli, nato in terra bresciana trentacinque anni fa, un deciso amore per la lettura, per l’oggetto che la contiene e un palese coraggio nel buttarsi senza paracadute nel mare magno dell’editoria italiana legata al libro.

Questa la nostra chiacchierata.

Perché Edikit si è dedicata alla letteratura fantastica?

«Perché pensiamo che oggi la narrativa fantastica sia un genere con un pubblico appassionato e interessato alle novità e alle sperimentazioni. In una realtà come questa, anche una piccola casa editrice come la nostra ha la possibilità di esprimersi al meglio.»

Quale lo stato di salute del fantasy italiano contemporaneo?

andreina greco
Andreina Grieco, autrice del romanzo fantasy “Yohnna e il Baluardo dei Deserti”

«Direi decisamente sano. Frequentando diversi eventi legati al genere come Lucca Comics and Games, possiamo dire di avere sempre un riscontro positivo dal pubblico. In generale l’offerta delle case editrici è valida e molto variegata, sempre pronta a proporre ai lettori qualcosa di nuovo e originale, in mezzo agli scenari più classici e che quindi costituiscono la certezza.»

E quello della fantascienza?

«È forse più in difficoltà, seppure il settore possa vantare sempre un pubblico di appassionati. Forse per un genere come la fantascienza tenere il passo coi tempi in un’epoca storica come questa, dove la novità diventa subito passato, è più complicato.»

Quanti titoli pubblica all’anno la casa editrice?

«Tra i quindici e i venti titoli.»

Foto di Manuel Civitillo
Manuel Civitillo

Una paronimica di alcuni suoi autori definisce l’ampio spettro d’azione della casa editrice. Tanto per limitarci a qualche nome, con Andreina Grieco (Yohnna e il Baluardo dei Deserti) si respira un’aria da mille e una notte piuttosto lisergica, Manuel Civitillo (Backup §digitalife) ci trascina in un tempo distopico in cui la memoria è tutto ciò che si pone fuori dall’uomo, Roberto Piccinini (Io e gli zombie) si diverte a farci paura coi tradizionali morti viventi in una saga per niente consueta, mentre Sabrina Lardini (Sleeping Sun) è un rural fantasy, come da sua definizione, in cui la Natura gioca un ruolo primario. Esperienze letterarie molto diverse. Riesce a vedervi un fil rouge?

«Il filo rosso è costituito dalla sperimentazione, come dicevo prima. In Italia esistono migliaia di case editrici e cercare una propria identità è fondamentale. Creare un catalogo con delle proposte originali nasce proprio da questa necessità.»

Quali i suoi punti fermi per l’attività di scouting?

iegz-fum-def-regular-300x300«Principalmente noi lavoriamo con autori esordienti nell’ambito editoriale, quindi i nostri capi saldi per accettare un manoscritto sono per l’appunto l’originalità del lavoro e del progetto, oltre alla qualità.»

Consiglio per i passeggeri: quali i più evidenti sbagli da evitare nello scrivere e l’inviare un manoscritto?

«Facile: non sbagliare i congiuntivi, nel manoscritto e nella mail di presentazione. C’è chi lo ha sbagliato persino nel titolo del proprio libro.»

Lei è un editor particolarmente attento tanto all’editing tradizionale quanto all’uso della lingua. Quale l’errore più frequente che non riesce a mandare giù?

«Oltre ai suddetti congiuntivi, “qual è” con l’apostrofo. E ahimè è molto frequente.»

La cura del volume passa anche attraverso la realizzazione di copertine che colpiscono l’occhio del lettore. Quelle disegnate da Eleonora Garofolo sono un esempio evidente. Come avviene l’illustrazione di un testo?

«Il nostro lavoro è sempre in accordo con l’autore, sia nella fase di editing, come nell’impaginazione del testo, fino ad arrivare alla creazione della copertina. Abbiamo alcuni illustratori che ci aiutano con quest’ultima e, in concerto con la casa editrice e l’autore, cercano sempre di trovare la giusta trasposizione del libro in immagine.»

Cos’è per lei l’oggetto libro?

«Si può dire che sono un feticista del libro, nutro quasi una passione carnale. È un oggetto che mi trasmette sicurezza ogni volta che ne sento anche solamente il profumo, come quello del caffè la mattina.»Cover-SleepingSun-fronte

Quali i due o tre strumenti di cui, prima di ogni altra cosa, l’intero sistema editoriale italiano legato al libro dovrebbe dotarsi?

«Domanda difficile. Forse ne basterebbe anche solo uno, per cominciare: l’obbligo di indicare quali sono le pubblicazioni a pagamento. Un fenomeno che è poco conosciuto nell’editoria è proprio quello della pubblicazione a pagamento, per l’appunto, grazie alla quale l’autore ha la possibilità di vedere dato alle stampe il proprio libro in seguito a un esborso, spesso assai oneroso, a favore della casa editrice. Va da sé che questo meccanismo crea dei grossi danni a tutto il sistema editoriale, che ne risente dal punto di vista della qualità, e per il quale le case editrici ci rimettono la reputazione, tutte quante. È comunque un discorso molto complesso e che deve prendere in considerazione diversi aspetti, difficile da sintetizzare in una risposta.»

Cosa fare, se qualcosa si può ancora tentare, invece per avvicinare l’italiano medio alla lettura?

«Passa tutto dall’educazione. Abituare i bambini all’oggetto libro e alla bellezza della lingua scritta. Soprattutto negli ultimi anni si è visto, ad esempio grazie ai social, come tantissime persone abbiano una conoscenza molto limitata dell’italiano, per usare un’espressione gentile; se invece si conoscesse e si scoprisse la bellezza della nostra lingua, riusciremmo ad apprezzare di più anche la lettura. Ma tutto deve partire dall’educazione scolastica.

Ma se si legge così poco, perché si pubblica così tanto?

La squadra di Edikit a Stranimondi 2019
La squadra di Edikit a Stranimondi 2019

«Il bisogno di inventare e creare è innato e di conseguenza lo è anche il bisogno di scrivere, poiché per alcuni è lo sfogo naturale di ciò che ha in testa. Sotto questo punto di vista la scrittura può servire anche da sfogo, quasi psicoanalitico. Detto ciò, non vuol dire che tutti abbiano il diritto di essere pubblicati. Lo scrivere viene considerato una “cosa facile”, che possono fare tutti. Così non è, e anzi richiede grande passione, dedizione e serietà. Per diventare dei buoni scrittori, è necessario essere dei grandi lettori; condizione necessaria ma non sufficiente.»

Ritiene che i social un giorno detteranno le norme di scrittura e lettura anche nel campo della narrativa?

«In parte lo stanno già facendo. Hanno creato un linguaggio alternativo, più diretto e in quanto ormai parte fondamentale della vita di ognuno di noi, volenti o nolenti, andranno a modificare il modo di scrivere, come quello di parlare, la lingua italiana in generale. Non per forza però va vista come una cosa negativa, ma più come un processo naturale.»

Agli albori di Internet si profetizzava che la vendita online avrebbe messo fine alla dittatura dei distributori nel giro di pochi anni. Quei pochi anni sono passati da un pezzo, qual è la situazione?index

«Mettere fine alla dittatura dei distributori è decisamente eccessivo, si sono formati dei colossi che sarà difficile scompaiano in termini medio-brevi. Di sicuro la possibilità di una distribuzione online attraverso i vari portali come Amazon, Ibs o il proprio sito, sono una grande risorsa per le piccole realtà come la nostra, poiché ci dà la possibilità di arrivare ovunque sul territorio nazionale (e non solo), abbattendo gran parte dei costi. È anche vero che la distribuzione nelle librerie rimane un fattore importante e che può fare la differenza.»

Chi abita il suo Gotha come lettore?

«Ce ne sono tanti, e ognuno per motivi ben precisi. Di Truman Capote mi sono innamorato con A Sangue Freddo, la mia bibbia, per l’eleganza e la precisione. Di George Orwell ammiro la capacità di sintesi, 1984 è meravigliosamente complesso nella sua semplicità strutturale e semantica. Di Michel Faber mi piace invece la grandiosità

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Stephen King

vittoriana che esprime in Il petalo cremisi e il bianco, rendendola più attuale che mai. Di Stephen King amo tutto. Questi almeno i miei fondamentali.»

Il titolo che vorrebbe vedere nelle librerie con il marchio Edikit?

«Ça va sans dire, uno qualsiasi di Stephen King.»

 

THE FANTASTIC VOYAGE ON THE PUBLISHING SHUTTLE EDIKIT

le-strade-di-vorosFantasy and science fiction with the addition of a short encroach on contemporary literature territory. Edikit publishing shuttle takes flight in 2012 from the ashes of a distinguished company dealing with music editions. A real forge for young writers whose works are submitted to a severe control as far as the linguistic expression and the literal profile are concerned.

Tommaso Marzaroli is its Deus ex machina. A 35 year-old guy born in Brescia, a deep love for the reading, the object which makes it real and a clear courage for jumping without parachute into the ocean of italian publishing market connected to books.

This is our talk.

Why did you choose to head to fantastic literature?

«Because I think that in all these last years fantastic literature got an audience so interested in innovation and narrative experimentation. In a society like the italian one, even this publishing house gets its chance to express at the best.»

How about the contemporary italian fantasy literature health condition?

«Very good. Taking part in a lot of events such as Lucca Comics and Games, I can say that we get from the readers a great feedback. In general the proposal of the publishing il tronohouese, I mean the whole of them, is compelling and really versatile, always ready to offer something new and original.»

And about science fiction?

«Here the situation is different because, in spite of the great mass of passionate fans, a genre like science fiction shows a little complication to keep up with a period in which what’s new this morning most probably can be old tonight.»

How many titles do you release per year?

«Something between fifteen and twenty.»

The panning shot of your authors is very wide. We can meet an atmosphere One Thousand and One Nights oriented (Andreina Grieco) or the distopic postmodernity (Manuel Civitillo), the zombies (Roberto Piccinini) or the rural fantasy (Sabrina Lardini) just to note some names. Which is the fil rouge?

yohnna«The ongoing experimentation as I said before. In Italy thousands of publishing houses work, so the research of identity is essential. Having an innovative catalogue is an expression of this necessity.»

What’s your must in your scouting activity?

«The originality of the manuscript and the quality of the project.»

Advice to passengers. Which the most obvious mistakes to avoid if somebody wants to send you a manuscript?

«Not to get the subjunctive wrong. Both in the work and in the email submission. I remember someone missed it even in the title of the book.»

The care of a title passes also through the creation of striking jackets. The ones made by Eleonora Garofolo, just an example. What about the illustration of a novel?

«Always in touch with the author bot during the editing and the creation of the jacket.

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Alessia Palumbo, autrice della quadrilogia “I Due Regni”

We’ve a good staff of illustrators working in concert with the house and the author just to find the exact transference of the book into an image.»

What’s the book, as an object, to you?

«I’m a fetishist about it. I’ve a passion I could define erotic. It’s an object that gives me safety as soon I can smell the aroma, just like the same of the coffee in the morning.»

What should we provide to grow as a publishing system?

«It’s difficult to say. Maybe stressing what are the publishing houses that ask the author a sum of money for the release of the book. This habit makes a deep damage to the whole publishing system.»

What’s possible to do to sensitize the average citizen toward the reading?

«The upbringing first. Getting the children used to the book and the beauty of the written language. Above all now that, on account of the social networks, a lot of people show how they know italian very little, just to use a polite expression. On the contrary, if they knew the beauty of our language, they would appreciate the reading too. But everything must start from schooling.»

Do you thing social networks will change the rules of writing and reading as far as literature is concerned one day?

«The’re doing it now in part. They’ve created an alternative more direct language. It’s not necessary something negative but rather a natural process.»

At the beginning of Internet we had been told that the online sale of books would put the word end to the dictatorship of distributorship. Did it happen this way?online

«The system of distribution is feeded by giants that won’t collapse in few years. For sure the online distribution such as Amazon, Ibs or the own site is a great resource. It’s correct to say that the distribution in the bookshops is still the central point that can make the difference.»

Who can we find in your Gotha as a reader?

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Stephen King

«More than one. I felt in love with Truman Capote’s In Cold Blood, my personal Bible, because it’s elegance and precision. I appreciate George Orwell’s ability to sinthesize what he needs to say, 1984 is so marvelously complex in its structural and semantic semplicity. Then I like Michel Faber’s victorian magnificence expressed in The Crimson Petal and the White, giving it back more social than ever. About Stephen King, well I love everything of him. These mine unavoidable ones.»

The title you’d like to watch with the Ekt-Edikit brand?

«Ça va sans dire, just whatever by Stephen King.»

 


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