Un uomo, una mattina come tutte le altre, si dirige verso lo studio commercialista presso cui lavora. Durante il tragitto, tuttavia, viene investito e la sua anima si addentra nell’aldilà. Giunta in una sorta di piazzale, accanto a sé conta trentatrè anime. Lui è la trentaquattresima, ma quando le altre vengono chiamate, lasciando quella provvisoria collocazione, l’uomo, il commercialista, il commercialista defunto, rimane escluso e comincia a camminare. Nessuno lo ferma e passo dopo passo finisce alle spalle di un ristorante, evidentemente di nuovo sulla terra. Si guarda allo specchio e quello che vede non è il suo volto, è più giovane, è più bello, il suo portafoglio è pieno di banconote. Nelle tasche dei pantaloni trova un foglio, su cui compaiono per pochi istanti alcune lettere vergate con l’inchiostro. «Ti chiamerai Mod», fa in tempo a leggere, prima che le parole scompaiano. Neanche il nome aveva conservato.
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