Canti, canti ancora Madame Florence!

untitled

La voce umana. Esce dalle pagine di Jean Cocteau. Sguscia dalle note di Francis Poulenc. La voce umana è lo spirito entrato dentro di lei Madame Florence Foster Jenkins. E ha albergato per una vita intera, la sua (umana, appunto) senza alcuna voglia di trovarsi altra dimora. Perché comode erano le sue stanze, magnifico il vitto, insuperabile l’accoglienza.

Perché la voce umana non è la voce sonora. Ancor meno quella fonica. È il trionfo del piano sensoriale su quello musicale, il turbamento del magma emozionale sull’impeccabilità espressiva.

E nulla viene a noi, donne e uomini di un secolo oltre, delle critiche e delle precisazioni che la circondarono, senza mai raggiungerla direttamente, quando lei, che per denari e rango poteva occuparsi di ben altro, si esibiva in concerti in quei pochi luoghi che la facevano sentire a casa sua e per una ristretta cerchia di ascoltatori.cbgfbfgnfgngh

Ridevano. Anzi, proprio ghignavano per come massacrava il Mozart del Flauto Magico, per come riusciva a estrarre un impensabile umorismo dai lieder che affrontava. Democratica con tutti nel creare ilarità: Strauss, Verdi, Valverde, Brahms. Lo stesso per le composizioni del pianista che la accompagnava, Cosmé McMoon. Alla fine il suo cuore era pieno, le ali che si era cucita addosso sul costume erano restate al loro posto, i fiori gettati al pubblico plaudente e osannante (poi in privato…).

Più di un comico faceva l’assenza di intonazione, la mancanza di ritmo, la fatica a reggere una nota. E se il suo accompagnatore faceva l’impossibile per inserire abbellimenti che neutralizzassero i suoi errori timbrici e bilanciassero le sue personali variazioni di tempo era solo per preparare un disegno diverso. Tutto concorreva a regalarci una bigger picture.

Il successo era assicurato. Come accadde quella volta alla Carnegie Hall, un mese prima di lasciare la valle. Divertiva. Incuriosiva. Un buon umore privato di chi la applaudiva e poi la adulava nelle occasioni che contavano quando lei, benefattrice prima delle istituzioni della musica a New York, si presentava nelle occasioni pubbliche.

Il film che è giunto a noi ci dice però che gli ascoltatori di una stazione radio telefonavano per chiedere in continuazione la registrazione che lei fece a sue spese e che regalò appunto a quell’emittente. Ecco, quella è la reazione che si immerge nel fondo.florence-featured

Non c’è neanche da liquidare le risate come gelosia professionale delle sue rivali o di chi fa di questo sentimento il centro di gravità della propria esistenza. Ci permetta di andare oltre, Madame Florence. A noi è giunta la sua voce umana. Quella che, dentro tutte le peripezie che deve combattere per uscire, ci racconta come da lei esce un balsamo rigeneratore. Un artista dei giorni nostri, ora dalle sue parti, David Bowie, per una vita non ha smesso di inserire una delle sue registrazioni tra le migliori della sua personale classifica. Senza ironia. Ancor meno sarcasmo. Leniva il dolore. Ne coglieva la sincerità. Di più, la verità.

Perché questo fa la sua voce fallace. Guarisce. E perché guarisce come e più di quella di una Callas o Tebaldi? Perché chi sta male ne coglie la sostanza medicamentosa. Si chiama Musicoterapia. Arrivare dove non si può. E se proprio non si può, almeno essere lì vicino, mettersi in cammino, tentare, procedere verso la luce. Sentirsi parte di una medesima fratellanza e sorellanza, farlo con la sincerità dei propri nervi, l’onestà delle emozioni che portiamo in corpo, la perseveranza delle idee, la forza della personalità. E il rispetto che portiamo a noi stessi. Se c’è questo e non prendiamo in giro nessuno, dal magazziniere al Re, allora non possiamo sbagliare.maxresdefault

La sua è una medicina ardua da trovare, anche se non si trova traccia nel registro brevetti. Ci vuole solo un atto di coraggio per provarla. Prevale su qualunque effetto contrario. Come affermò lei poco prima di andarsene: «La gente può anche dire che non so cantare, ma nessuno potrà mai dire che non ho cantato».

Ovunque lei sia, continui a cantare Madame Florence.

 

DO SING AGAIN, ROLL ON MADAME FLORENCE!

3240ec1d00000578-3575866-image-a-3_1462491994900

The human voice. Far from Jean Cocteau’s pages. Beyond Francis Poulenc’s notes. The human voice is the spirit stepped into yourself Madame Florence Foster Jenkins. And lived there a whole lifetime, yours, and no desire to look for another accomodation. Comfortable were the rooms, surpassing the board, unequalled the welcome.

Because the human voice has nothing in common with the auditory voice. Nothing to do with the phonic one. It is the triumph of the sensorial stage over the musical one, the restlessness of the emotional magma over the expressive perfection.

Nothing of the criticisms and disapprovals have come to us, women and men belonging to another century. On account of your bank account and social class you could look after other affairs instead of taking part in live shows on familiar stages for a strict circle of adoring fans.

They laughed. Better, they sneered and sniggered about your way to murder Mozart’s Magic Flute and your talent to catch an inconceivable humour from the lieder you took on. Real fair in creating laughter: Strauss, Verdi, Valverde, Brahms. The same about your pianist Cosmé McCoon’s compositions. At the end your heart was filled, the sewn wings used to remain where they had to be, and from your hands the flowers reached the applauding and praising audience (afterwards in private…). florenceforsterjenkins-queenofthenight

More than a comedian could do the absence of intonation, the lack of rhytm, the effort of facing a single note. And if your pianist did miracles to insert embellishments to neutralize your mistakes on timbres and to balance your personal variations on timing, it was only to prepare a different picture. Everything to give us a present: a bigger picture.

Success was promised. Just like it happend at the Carnegie Hall, one month before leaving us. You amused. Source of curiosity. None ever would forget that you remained one of the most important public figures who helped music in New York.

The movie now we watch tells us that a lot of people kept on ringing a radio station just to listen again and again the recording you payed on your own whose you gave a copy to the director. That’s what I mean, the reaction that reaches the deeper ground.

Your human voice reached us as well. An artist of our time, now somewhere close to you, David Bowie, included your recording in his personal best ten. Without any kinf of irony. Nor sarcasm. It soothed his pain. He would pick up your honesty, More than this, the truth. brnhl

Your fallacious voice reaches this point. It heals. And why does it recover more than the Callas’s and Tebaldi’s one? Simple. Because who’s suffering picks up its medicinal essence. The name is Musictheraphy. Getting where it’s immpossible to get. Or getting close to it. To kick start and get underway, heading towards light. Feeeling part af the same sisterhood and brotherhood, going on with the frankness of our nerves, the honesty of the emotions we carry on, the strength of each own personality. And the respect we owe to ourselves. If we possess all this and we don’t deceive anybody, from the warehouse worker up to the King, we cannot get wrong.

Your medicine is rare and so difficult to be found, even though there’s no copyright on it. It needs a leap of courage to have an experience on it. But it prevails over any contrary effect. Just like you said before passing away: «People can say I’m unable to sing,but not that I didn’t sing».

Wherever you are, roll on singing Madame Florence.

 


Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...