Nel mio e-book “Vivere e Morire a Milano” (cronache metropolitane) i racconti sono di tanto in tanto interrotti da una serie di fatti di cronaca nera accaduti in città nell’arco di una qualsiasi giornata e riportati come lanci d’agenzia. Quelle che vi apprestate a leggere sono due di queste notizie, battute poco dopo l’una del pomeriggio e giusto a mezzanotte. Per leggere le altre è necessario acquistare il libro. A 4,99 euro nei migliori store in rete.
(Ore 13.08) Ai Carabinieri che questa mattina hanno suonato alla sua porta ha detto di non ricordare perché quell’uomo stava nel congelatore infilato in nove sacchetti diversi, ma che comunque le ricordava suo marito. Gli uomini dell’Arma erano stati chiamati da un inquilino dello stesso condominio di via Lorenteggio in cui vive la donna, Consolata Di Buongiovanni, quarantaquattro anni, di Lecce, infastidito dal lezzo che proveniva dall’appartamento della donna.
La scoperta dei macabri resti è stata resa possibile dal reiterato mancato pagamento della bolletta della luce da parte della signora che ha in conseguenza privato della corrente anche il congelatore. La vittima, poi identificata in Rosario Pozzessere, quarantotto anni, originario anch’egli di Lecce, era davvero il marito della Di Buongiovanni. Al corpo smembrato faceva compagnia un prosciutto sporco di sangue alla base che, si pensa, possa essere l’oggetto con cui l’uomo è stato colpito a morte.
Interrogata alla stazione dei Carabinieri di competenza, la donna ha ribadito di non sapere «perché quell’uomo stava lì dentro insieme a quel prosciutto che però era un po’ che cercavo senza trovarlo». Ha inoltre aggiunto che per essere certa che fosse suo marito avrebbe dovuto «vederlo intero perché a pezzi non so riconoscere nessun cristiano».
(Ore 24.00) Dopo un’indagine di oltre un anno è stato arrestato Pierluigi Crudo, autore di oltre diciassette omicidi meglio conosciuto come “Il collezionista delle arcate dentali”. Era seduto a un tavolo in una piccola trattoria pugliese di via Cenisio. E, si pensa, stava individuando la prossima vittima.
L’uomo rimbalzò alle cronache lo scorso settembre quando per la prima volta venne individuato come l’autore di mai chiariti omicidi, caratterizzati da un unico comun denominatore: le vittime venivano spogliate delle proprie arcate dentali. Talvolta anche dell’intera mandibola.
Il serial killer avrebbe affermato che sin da piccolo aveva una certa predilezione per la masticazione umana e che non c’era nulla «di più meraviglioso che ascoltare il suono che fa una bocca quando mastica». Una volta ascoltato quel “suono”, generalmente in un ristorante o in un locale dove si consumano i pasti, si metteva sulle tracce della persona e, quando si riteneva sicuro dell’operazione, la attaccava uccidendola e sottraendole i “trofei” che custodiva gelosamente in casa, al riparo da occhi indiscreti.