Hai fatto bene Dolores Claiborne da Little Tall Island, Maine. Hai accoppato tuo marito ed è stata la cosa giusta. Una gran parte delle mogli nel globo terrestre dovrebbe imitarti ed essere guidata dalla tua stessa chiara pulsione di giustizia. Un marito avvelena anche te. Se poi alza le mani e per di più incomincia a piacergli la carne della sua carne ci dovrebbe essere una norma costituzionale che premia la donna che toglie dal Creato tutta questa immondizia.
Non sei uscita da uno dei romanzi più celebri e acclamati di Stephen King, ma il destino del libro è quanto di più vicino alla tua natura. E poi, perdona l’ineleganza, ma a sessantacinque anni avresti voluto diventare una diva? Quando arrivi a quel numero devi solo occuparti che i tuoi debiti vadano a scadenza in tempo. Ti sono rimasti quelli che tu stessa chiami riccioli di polvere e allora lascia che le carogne s’impicchino dentro qualche altro nodo scorsoio.
Hai dato salvezza alla tua vita e liberato quella di tua figlia. Sono state più le attenzioni che il padre aveva iniziato ad avere verso di lei a convincerti che dovevi agire. Tu le botte ormai le avevi confinate fuori dalla corazza che ti sei cucita addosso. Decidevi tu di prenderle quando capivi che erano la via più semplice per uscire da un groviglio di incomprensioni, scazzi, frustrazioni, equivoci e compagnia avvelenata. Ma quella ragazzina no. Tu sia benedetta.
Inoltre tuo marito aveva svuotato il libretto di risparmi che serviva per mandarla avanti negli studi. Li hai recuperati con un colpo di ingegno talmente elementare che neanche un laureato in economia avrebbe individuato. La misère provoque le génie, vero Dolores?
Poi hai attirato il balordo zuppo di rabbia per come lo avevi giocato, lasciato cadere in una buca del campo dietro casa e permesso al tempo di fare il suo corso definitivo. Potevi tirarlo su, non lo hai fatto. Non ci hai pensato su un attimo. Sei una persona seria, Dolores, mica un caporale. Lo strano tuo è che, dopo una vitaccia come la tua, dopo una prima accusa di omicidio per la morte di tuo marito e una seconda per quella di Vera Donovan, la ricca donna a cui hai fatto da governante (ma questa volta non c’entravi affatto), non solo ne sei uscita pulita, ma addirittura ultramilionaria, visto il lascito della tua padrona. Chi vuol sapere come sei finita, si legga il libro, no?
Qui Dolores, voglio solo esprimerti la mia più franca ammirazione. Il caratteraccio ce l’hai tutto, lo sai anche tu. Aiutato da una lingua che, mamma mia, i poeti scappano. Ma solo per come hai tenuto testa in oltre duecento pagine di monologo ininterrotto nella sala degli interrogatori agli uomini della legge, dovresti essere ricordata nei secoli dei secoli su come si tiene un discorso. E in secundis su come si scrive un libro.
Ma, ancor più del gesto, mi sei piaciuta per come dopo non ti sia fatta sfiorare dal minimo pentimento o senso di colpa per aver mandato al Creatore l’uomo che avevi sposato. Un fallimento almeno nel corso del nostro cammino è la tassa che dobbiamo pagare per vivere. Ci fosse solo quello… Hai dilatato l’occhio della mente nutrita dei tuoi stessi tormenti, offerto all’odio il letto del cuore per trasformarlo in una chiamata a cui non potevi più sottrarti e poi lasciato fare tutto al coraggio che il sangue ha alimentato con la calma glaciale dei forti di spirito. Uccidere un marito può essere un’opera d’arte.
Quanto è successo dopo è stata la tua personale forma di grazia. Hai pensato che fosse il caso di godere della liberazione che ti sei data. Non solo hai deciso non fosse proprio il caso di fare un passo indietro, ma ti sei data nuova linfa per iniziare a dare senso, colore e sapore all’esistenza. Vivendo la bellezza dei tuoi giorni normali, se non anonimi. Accanto a figli che finalmente crescevano.
Ma quel discorso di discolpa davanti agli investigatori… dove hai tirato fuori quell’esibizione? Hai mescolato i dubbi, calibrato il peso dei risvolti agghiaccianti, diluito il brivido, offerto squarci di macabro, giocato all’elastico con rivelazioni e confessioni. Altro che illetterata. Tu sei un’opera d’arte Dolores.
DOLORES CLAIBORNE OR HOW TO BUMP YOUR HUSBAND OFF AND FINALLY LIVE HAPPY
You did the right thing Dolores Claiborne from Little Tall Island, Maine, bumping your husband off. A great part of the women all over the planet should imitate you. Such a husband posions humanity. And if he’s violent and wishes to get pleasure from the flesh of his flesh we ought to create a law which would prize each woman who mops all this garbage from the universe.
You didn’t come out from one of Stephen King’s most famous and celebrated novels, but this fate fits you like a glove. Furthermore, I beg you pardon for the clumsiness of the sentence, but did you hope to become a star turned sixty-five? When you hook that number you just have to care about your debts. Live the skunks to their doom.
You gave salvation to your life and to your daughter’s too. And you’ve been convinced to act most for what was happening to her. At this point the punches you received died on the armor you’ve been making all through your years. May you be blessed. Furthermore your husband was emptying the passbook you had opened to let your daughter study. Thank to a brilliant idea the money come back. La misère provoque le génie , is it true Dolores?
So you drew your lowlife, so full of anger after he realized how you had tricked him, he fell down a deep hole in the pitch behind the house and Time did its definitive flow. No change of behaviour. You’re a serious woman, Dolores, not a clown. The strangest thing is that after a very hard life, after a first accusation for the death of your husband and a second one for Vera Donovan’s departure, the old rich woman you worked for as caregiver and governess (but in this case you had nothing to do with it), not only you came out clean but even you found yourself billionaire because of her testament. Who wants to know how everything finished, please read the book.
Dolores, I just want to express my sincere admiration. Ok you’re bad tempered, your tongue makes the poets flee, but if I think how, in more than two hundred pages, you came through into the interrogatory room with an endless monologue, you should be remembered all through the centuries on how a speech must be held. And how a book must be written.
But above all I appreciated how you haven’t been hit by the least regret or guilt. You’ve dilatated the eye of your rough mind, offered your heart to the hatred to let your courage spread out freely supported by the iced dead calm of the strongest ones. Killing an husband can be a work of art.
Then you discovered how life can give you back the colours, the smell, the aromas you were going to forget. Living the beauty of your ordinary days, close to your son and daughter that now were growing up at last.
But, let me come back to that speech to the detectives… where did you pull that performance out? You mixed the doubts, measured the weight of the dreadful implications, diluted the shiver, offered gashes of macabre, played with revelations and confessions. You illiterate? You’re a work of art, Dolores.
Rieccomi! Il mio libro preferito di King è questo: https://wwayne.wordpress.com/2014/04/18/misteri-e-segreti/. L’hai letto?
sì l’ho letto, romanzo maltrattato da quasi tutti e come tutti i suoi borderline a me caro. King ha una fissa ocn la Buick, che appare anche nel primo dei racconti del Baazar dei brutti sogni
Cooosa? King che rispolvera uno dei suoi libri più riusciti? Devo assolutamente procurarmi il Baazar dei brutti sogni! E a proposito di antologie horror, leggi questa, non te ne pentirai: http://www.fratinieditore.it/terrore_nero.html. Grazie per la risposta! 🙂